La Campana di San Giusto

Per le spiagge, le rive di TriesteSuona e chiama di San Giusto la campana,l’ora suona l’ora suona non lontanache più schiava non sarà! Le ragazze di TriesteCantan tutte con ardore:“O Italia, o Italia del mio cuoreTu ci vieni a liberar!” Avrà baci, fiori e rose la marina,la campana perderà la nota mesta,su San Giusto sventolar vedremo a festail vessillo tricolor!

Inno al Fante

Fante d’Italia! Fior d’ogni mamma!Amore e vanto della Patria bella!La giovinezza al nome tuo s’infiamma,l’antica gente in te si rinnovella!Quando lo zaino nel cammin ti pesatu nello zaino porti il nostro cuore.E se l’Italia chiama a difesason tutti Fanti i giovani d’onor!Sull’attenti, fantaccino!L’occhio attento, l’arma al piè.Non si trema nel destinoCon soldati come te!Sentinella a la frontieraIl tuo cuore Italia sa!Non si tocca la Bandieradove il Fante a guardia sta Fante del Piave; falco a vedetta,di là dai monti tieni fisso il core.Sangue fraterno consacrò la vettaE a guardia vi piantammo il Tricolore.Pace promette il libero orizzonteE ne assicura la civil virtù!Fante d’Italia, fermati sul monte,Chè questo varco non si passa più!Sull’attenti, fantaccino!L’occhio attento, l’arma al piè.Non si trema nel destinoCon soldati come te!Sentinella a la frontieraIl tuo cuore Italia sa!Non si tocca la Bandieradove il Fante a guardia sta. Gloria del Fante! Turbine e trincea!Tra ghiaccio e fango e mai non disperare!Tu del martirio sei l’eterna idea,son Grappa e Carso il tuo sublime altare!Or per i monti dell’eroica gestaUn giuramento ai vivi ognuno fa:Fante d’Italia, in ogni cuor ridestala Santa fiamma tua risplenderà!Sull’attenti, fantaccino!

La Leggenda del Piave

Il Piave mormoravaCalmo e placido al passaggioDei primi fanti , il ventiquattro maggio:l’Esercito marciavaper raggiungere la frontiera,per far contro il nemico una barriera… Muti passaron quella notte i fanti:tacere bisognava, e andar avanti! S’udiva, intanto, dalle amate sponde,sommesso e lieve il tripudiar dell’onde,Era un presagio dolce e lusinghiero. Il Piave mormorò:“Non passa lo straniero!” Ma in una notte trista si parlò di tradimento,e il Piave udiva l’ira e lo sgomento…Ahi, quanta gente ha vistaVenir giù, lasciare il tetto,per l’onta consumata a Caporetto! Profughi ovunque! Dai lontani monti,venivano a gremir tutti i suoi ponti. S’udiva, allor, dalle violate sponde,sommesso e triste il mormorio de l’onde:come u singhiozzo, in quell’autunno nero, Il Piave mormorò:“Ritorna lo straniero!” E ritornò il nemicoPer l’orgoglio e per la fame:volea sfogare tutte le sue brame…vedeva il pianto aprico,di lassù: voleva ancorasfamarsi e tripudiare come allora… “No!” disse il Piave, “No!” dissero i fanti,“Mai più il nemico faccia un passo avanti!” Si vide il Piave rigonfiar le sponde,e come i fanti combatteva le onde…Rosso col sangue del nemico altero, Il Piave comandò:“Indietro va, straniero!” Indietreggiò il nemicoFino a Trieste, fino a Trento,e la Vittoria sciolse le ali del vento!Fu sacro il patto antico:tra le schiere furon vistirisorgere Oberdan, Sauro, Battisti… L’onta cruenta e il secolare erroreInfranse, alfin, l’italico valore. Sicure l’alpi… Libere le sponde…E tacque il Piave: si placaron le onde…Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi, la Pace non trovòné oppressi, né stranieri.

Fratelli d’Italia

Fratelli d’ItaliaL’Italia s’è desta,Dell’elmo di ScipioS’è cinta la testa.Dov’è la Vittoria?Le porga la chioma,Ché schiava di RomaIddio la creò.Stringiamci a coorteSiam pronti alla morteL’Italia chiamò. Noi siamo da secoliCalpesti, derisi,Perché non siam popolo,Perché siam divisi.Raccolgaci un’unicaBandiera, una speme:Di fonderci insiemeGià l’ora suonò.Stringiamci a coorteSiam pronti alla morteL’Italia chiamò. Uniamoci, amiamoci,l’Unione, e l’amoreRivelano ai PopoliLe vie del Signore;Giuriamo far liberoIl suolo natìo:Uniti per DioChi vincer ci può?Stringiamci a coorteSiam pronti alla morteL’Italia chiamò. Dall’Alpi a SiciliaDovunque è Legnano,Ogn’uom di FerruccioHa il core, ha la mano,I bimbi d’ItaliaSi chiaman Balilla,Il suon d’ogni squillaI Vespri suonò.Stringiamci a coorteSiam pronti alla morteL’Italia chiamò. Son giunchi che pieganoLe spade vendute:Già l’Aquila d’AustriaLe penne ha perdute.Il sangue d’Italia,Il sangue Polacco,Bevé, col cosacco,Ma il cor le bruciò.Stringiamci a coorteSiam pronti alla morteL’Italia chiamò